Data explosion? Keep calm and … Software Defined Storage

Data explosion? Keep calm and … Software Defined Storage

Stiamo assistendo a una proliferazione dei dati inarrestabile. Basti pensare alla incredibile quantità di informazioni che produciamo in ogni istante tramite le nostre interazioni sui social network, le mail, i video dei sistemi di sorveglianza, i contenuti multimediali che ogni giorno condividiamo sui molteplici canali digitali a nostra disposizione, l’internet banking, l’e-commerce.
Tutto ciò che l’uomo digitale fa produce una moltitudine di dati che ogni giorno cresce inesorabilmente.
In una sua analisi, IDC ha stimato che entro il 2020 ci sarà una crescita dei dati pari al 5000%, un fenomeno strabiliante, che ben rappresenta il mondo interconnesso e a trazione digital nel quale viviamo.

In questo scenario in cui anche i processi di business delle aziende sono in rapida evoluzione sotto la spinta di fenomeni disruptive come la digital transformation, la necessità di archiviare l’enorme mole di dati che si producono ogni secondo diventa sempre più fondamentale sia per il presente che in prospettiva.

L’importanza di dare valore al dato

Però, non tutti i dati aziendali hanno la medesima importanza e quindi possono essere trattati diversamente. Una recente analisi di Horison Information Strategies, analisti specializzati in questo segmento, dimostra come, in realtà, l’80% delle informazioni aziendali faccia parte di tipologie per cui non è così indispensabile utilizzare sistemi di storage di tipo tradizionale. Solo il restante 20% è composto da quelle informazioni talmente strategiche e sensibili che vanno trattate con sistemi di storage più costosi.

Ma non solo.
Secondo IDC, la quantità dei dati delle fasce meno pregiate (quindi l’80% di cui sopra) cresce addirittura del 40% all’anno, mentre il costo dei sistemi di storage tradizionali diminuisce solo del 20%. Questo gap tra volumi di dati e costo di archiviazione cresce anno su anno, diventando insostenibile per molte realtà. Ed è proprio qui che lo storage cosiddetto “software defined”, utilizzando hardware industry standard x86, è la scelta vincente.

Perché Software Defined Storage conviene

In primis, il software defined storage conviene dal punto di vista economico, consentendo di risparmiare fino al 50% rispetto ai sistemi tradizionali.
Ma non è tutto.
Garantisce flessibilità, apertura e scalabilità, da un sistema a single – app ad uno da multi-petabyte.
In sintesi, quello che accade scegliendo le soluzioni Suse.

La proposta Suse Enterprise Storage

SUSE Enterprise Storage, è oggi una delle soluzioni basata su Ceph (il progetto Open Source più maturo in quest’ambito), che permette di connettere qualsiasi sistema operativo e hypervisor, non sono Linux, ma anche Windows, Unix e VMware.

Si stima che nei prossimi 3 anni oltre il 70% dello storage sarà gestito da soluzioni software-defined e per questo motivo SUSE ha deciso di investire in questo segmento. Infatti, nell’ambito della propria strategia di crescita, SUSE ha acquisito gli asset dedicati alla gestione del software-defined storage della società tedesca it-novum comprendenti openATTIC, il framework open source per la gestione storage e Ceph. Questa acquisizione permetterà a SUSE di accelerare l’utilizzo di openATTIC come framework per la gestione di SUSE Enterprise Storage e le consentirà di offrire soluzioni per lo storage management di livello enterprise più semplici ed economicamente convenienti.

L’esplosione dei dati può sembrare preoccupante, ma grazie al Software Defined Storage l’orizzonte è sereno.

Informazione a cura di Suse

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