E-commerce: 75% degli italiani fa “showrooming”, cerca in negozio e compra online

E-commerce: 75% degli italiani fa “showrooming”, cerca in negozio e compra online

Negozi fisici e shop online sempre più complementari nelle abitudini di acquisto delle persone: il trend globale che emerge dall’analisi di PwC “Total Retail Survey 2015”  è sempre più quello della “ricerca incrociata” comune a oltre il 70% dei consumatori intervistati. Si fa sia lo showrooming (ricerca in negozio-acquisto online), che il reverse showrooming (ricerca online-acquisto in negozio), a dimostrazione della sempre maggiore integrazione e complementarietà dei diversi canali. La ricerca ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multicanalità di 19.000 consumatori in 19 paesi, tra cui oltre 1000 italiani.

In Italia il panorama non è poi così diverso dal trend mondiale e la ricerca ha riscontrato quelle che chiama “quattro forze di rottura” che nel nostro paese assumono specifiche caratteristiche.

Il rapporto con il negozio fisico

Entrare in un negozio, provare e toccare con mano i prodotti è una abitudina che agli italiani continua a piacere:  il 38% (36% a livello globale) si reca settimanalmente in negozio, contro il 25% che utilizza il PC, il 13% il tablet e il 12% lo smartphone. E il negozio fisico conquista anche un nuovo ruolo poiché i consumatori sono sempre più propensi ad utilizzarlo come vetrina per poi comprare online, spinti dalla convenienza di prezzo. Chi preferisce il negozio rispetto ai canali digitali, mette ai primi tre posti la possibilità di provare e testare il prodotto (65% Italia, 60% globale), la gratificazione istantanea dell’acquisto in negozio (52% Italia, 53% globale) e la maggior sicurezza sull’adeguatezza del prodotto nel soddisfare le proprie esigenze (33% Italia e campione globale).

Sempre più spesso però gli italiani utilizzano il negozio come vetrina, per poi comprare online: il 67% è spinto dalla potenziale convenienza di prezzo, rispetto al 56% a livello globale (e solo 48% per il consumatore tedesco). E’ anche più favorevole a ricevere offerte via email o SMS, testimoniando l’importanza del digital marketing. Chiede però una digitalizzazione più forte del punto vendita per facilitare il processo d’acquisto, il pagamento e anche la condivisione con i social media. Ci si attende che il Wi-Fi, servizio ormai non più negoziabile nel campo dell’ospitalità, diventi uno standard universale anche nel retail: è passata dal 33% del 2014 al 23% del 2015, rimane di grande peso relativo rispetto alle altre tecnologie in store.

Il Mobile

Il mobile, rivela la ricerca, è cruciale nella fase di pre-acquisto per il consumatore italiano: il 50% dei consumatori usa lo smartphone per fare comparazioni di prezzo o ricercare il prodotto. Le barriere più importanti sono la difficoltà nell’utilizzare i siti mobile, dovuta al gap infrastrutturale in Italia (accesso a mobile broadband o disponibilità di connessioni Wi-Fi negli store) e di user experience, abbinata ad una scarsa percezione di sicurezza nei pagamenti. Ciò dimostra che le tecnologie in store, dagli iBeacon alla sensoristica diffusa dell’IoE passando per nuove forme di mobile e digital payment sono tutt’altro che ininfluenti nella percezione del consumatore.

I Social media

L’Italia è il Paese che dimostra un impatto più elevato dei social media nelle decisioni d’acquisto, per il 63%. I consumatori visitano i profili dei brand sui social media per accedere a promozioni interessanti (50%) e per visualizzare nuovi prodotti (33%). Al terzo e quarto posto emergono tra le motivazioni la partecipazione a social contest (24%) e la possibilità di interagire con pari o esperti del settore e ottenere suggerimenti (21%).

I nativi digitali
I “convertiti digitali” hanno più potere di spesa dei nativi digitali, ancora troppo giovani ma l’orizzonte per il cambiamento di scenario è tuttavia molto prossimo, spiega PWC: “nell’arco di un quinquennio, i giovani e giovanissimi di oggi entreranno infatti a far parte a tutti gli effetti della popolazione attiva e l’aumento del potere di spesa li renderà un target di primaria importanza. I retailer devono perciò comprendere che fin da oggi è necessario mettere in atto strategie e piani d’azione mirati a offrire ai nativi digitali un’esperienza unica per i loro acquisti.“

Via Tech Economy

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